BELLE ARTI

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L’espressione “belle arti nacque nel XVII secolo per indicare le arti figurative o “del disegno”. Nel 1681 secolo lo storico Filippo Baldinucci nel suo libro Vocabolario toscano dell’arte del disegno parlò di «arti belle dove s’adopera il disegno», intendendovi non solo Pittura, Scultura e Architettura – ovvero le arti figurative proprie del Rinascimento – ma anche le altre Arti a quelle subordinate che avessero per fondamento il Disegno.

Fu tuttavia in Francia che si definirono tutte le Arti mediante il concetto comune a tutte della bellezza, attraverso la denominazione di beaux-arts. Dal XVIII secolo infatti con la nozione “belle arti” si denotò l’insieme delle discipline che cercano l’espressione della bellezza, l’uso dell’estetica e la padronanza della tecnica. Il francese Charles Batteux, nel libro Le belle arti ridotte ad un unico principio del 1746, usò la denominazione delle “belle arti” per includere cinque arti in senso proprio – pittura, scultura, poesia, musica, danza – e due arti a queste connesse – eloquenza e architettura. Tale lista si è trasformata nel corso degli anni secondo la concezione di diversi teorici.

La denominazione di Belle Arti si riferisce oggi non solo alle cosiddette arti maggiori, ovvero pittura, scultura, e architettura, ma ad una nozione di “patrimonio” che comprende l’insieme dei beni storici, artistici, architettonici e demoetnoantropologici, sia materiali – mobili e immobili – che immateriali.

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